Con la parola “melanismo”, in zoologia, si definisce un eccesso di pigmentazione su pelli, piume e manti di animali che rende molto scuro fino a diventare nero, il colore di essi; il melanismo riguarda molti animali tra cui: pesci, mammiferi (scoiattoli e alcuni felini), rettili (serpenti corallo), e anche insetti (ad esempio la farfalla punteggiata delle betulle).
Dobbiamo subito fare alcune precisazioni per quanto riguarda due termini con significato molto simile, infatti il termine melanismo non è da sovrapporre con il termine “melanosi” che indica la tipica comparsa di sfumature brunastre patologiche nell’uomo; altra parola di significato simile è “l’abbondantismo” che indica un incremento nel volume della pigmentazione scura in pelli o manti maculati e striati. Nel caso in cui le striature o le macchie brune del manto di un animale aumentano in volume fino a sovrapporsi, il fenomeno viene detto pseudo-melanismo. La situazione contraria al melanismo è detta “albinismo”
Il termine melanismo deriva dal greco μέλας (mélas) che significa nero, ossia il colore assunto parzialmente o interamente dai sopracitati animali. Questa abbondanza di pigmenti può essere causata: sia da agenti esterni e condizioni ambientali come la temperatura e lo stato igrometrico, e sia da mutazioni ereditarie del genoma animale
Questo fenomeno può essere di due tipi:
- Melanismo stagionale: caso di alcune farfalle che presentano un dimorfismo ambientale che le aiuta nella mimetizzazione con gli alberi per sfuggire ai predatori.
- Melanismo integrale: nel caso in cui l’animale per modificazioni genetiche nasce con l’intera superficie corporea di colore nero, come per esempio la pantera nera.
Il melanismo “man-made” ossia causato dai cambiamenti dell’ambiente da parte dell’uomo è conosciuto con il termine di melanismo industriale situazione in cui nelle aree industriali, le cortecce degli alberi iniziarono a diventare più scure per via del carbonio nell’aria; di questa situazione, ne approfittarono le forme melaniche della farfalla Biston betularia per acquisire un vantaggio mimetico diventando in breve tempo numericamente prevalente rispetto alle farfalle non melaniche della stessa specie. Questo fenomeno è stato studiato e preso come esempio da alcuni scienziati, per avvalorare le teorie della “selezione naturale”.