Se pensate che l’espressione “cane rabbioso” sia usata solo per indicare una persona irascibile vi sbagliate, la rabbia è una vera e propria malattia infettiva che colpisce moltissimi animali a sangue caldo e che può essere trasferita all’uomo.
L’agente microbico responsabile di questa malattia, è il virus della rabbia, appartenente alla famiglia dei Rhabdovirus la cui esistenza è testimoniata già 2000 anni prima di Cristo in tutto il mondo.
L’animale serbatoio è solitamente il pipistrello in cui questo virus vive normalmente e si moltiplica, talvolta senza provocare la malattia e le manifestazioni cliniche connesse; un ospite di questo tipo rappresenta una temibile fonte di infezione per gli altri animali. In Europa, l’infezione umana è mediata soprattutto da cani nelle città e da volpi, lupi ed altri canidi nelle zone boschive.
Il Rhabdovirus possiede un genoma formato da RNA a singolo filamento con polarità negativa, in quanto per essere tradotto in proteine, si deve generare prima un filamento complementare di mRNA a polarità positiva. Morfologicamente è dotato di pericapside a forma di proiettile, caratteristica che lo rende riconoscibile nell’identificazione al microscopio elettronico. Sono tipiche nelle cellule, le inclusioni intracitoplasmatiche dette “corpi del Negri” rappresentate da virioni ammassati all’interno del citoplasma.